Dati e statistiche 2025 sul settore della carpenteria metallica in Italia

Il settore della carpenteria metallica in Italia comprende un ampio spettro di lavorazioni in acciaio e ferro – dalle strutture per l’edilizia industriale ai componenti su misura per il terziario avanzato.
Nel 2025 questo comparto si conferma un pilastro per le infrastrutture nazionali e per la modernizzazione del patrimonio edilizio. Secondo il rapporto di mercato dell’UNICMI (Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche) il valore delle costruzioni metalliche supera i 4 miliardi di euro nel 2025, con prospettive positive per il 2026.
Questa cifra include capannoni industriali, ponti, viadotti e edifici non residenziali realizzati con telai portanti in acciaio. La crescita del comparto è sostenuta sia dagli investimenti pubblici sia dalla domanda privata e testimonia l’importanza strategica delle carpenterie italiane nel panorama costruttivo.
Per chi opera in questo ambito è essenziale comprendere non solo l’andamento del mercato, ma anche la struttura delle imprese, le normative vigenti, l’evoluzione tecnologica e le prospettive di breve e medio termine.
In questo approfondimento
- Andamento del mercato e numeri 2023‑2025
- Struttura delle imprese e distribuzione geografica
- Driver di crescita: investimenti pubblici e domanda privata
- Innovazione tecnologica e tendenze
- Normative e certificazioni
- Redditività e indicatori finanziari
- Opportunità e sfide
- Prospettive per il biennio 2025‑2026
- Conclusione e invito a contattare Comeart
Andamento del mercato e numeri 2023‑2025
Il periodo 2023‑2025 è caratterizzato da una crescita robusta del valore delle costruzioni metalliche. Nel 2023 la domanda di carpenteria metallica destinata all’edilizia sfiora i 3 miliardi di euro, con un aumento del 6,5 % rispetto al 2022. Le stime per il 2024 indicano un superamento di 3,1 miliardi di euro e una proiezione di circa 3,4 miliardi nel 2025. L’Osservatorio UNICMI conferma che il mercato italiano supera i 4 miliardi di euro nel 2025; tale differenza rispetto alle stime del 2024 deriva dall’inclusione di infrastrutture e costruzioni non residenziali.
La dinamica di crescita è particolarmente accentuata nel 2024, quando il settore registra un aumento dell’11,6 %. Per il 2025 la crescita prevista si attesta all’11,2 %, mentre per il 2026 è atteso un rallentamento al 9,5 %. Questa fase di espansione è trainata da opere pubbliche finanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e da commesse nel terziario avanzato.
L’Italia non è un caso isolato: a livello globale il mercato della carpenteria metallica è destinato ad aumentare del 66 % tra il 2024 e il 2034, passando da 112,77 miliardi a 187,22 miliardi di dollari. In Europa la produzione venduta di strutture metalliche cresce del 45,5 % tra il 2019 e il 2023. Nel nostro Paese il fatturato del settore aumenta del 46 %, da 13 miliardi a 19,07 miliardi di euro, con proiezioni che superano i 20 miliardi già nel 2024.
Domanda privata e pubblica
La domanda di carpenteria metallica proviene sia da enti pubblici sia da committenti privati. Il segmento delle infrastrutture assorbe circa 2,3 miliardi di euro del valore di mercato del 2025, mentre più di 1,7 miliardi sono generati da costruzioni non residenziali come edifici direzionali, poli logistici e centri commerciali. I grandi cantieri per ponti, viadotti, stazioni ferroviarie e ospedali – spesso finanziati dal PNRR – rappresentano un volano fondamentale. Emblematico è il ponte San Giorgio di Genova, ricostruito in tempi record grazie all’impiego di componenti in carpenteria metallica forniti da aziende italiane.
Parallelamente cresce la domanda privata per edifici non residenziali moderni. Nel segmento del terziario avanzato (uffici, data center e complessi commerciali) si prevede che i cantieri non residenziali generino oltre 1,2 miliardi di euro di domanda nel 2024. L’uso dell’acciaio consente tempi di realizzazione rapidi e una maggiore sostenibilità, grazie alla possibilità di riciclare i materiali e di ampliare le strutture nel tempo.
Tabelle riassuntive
Il quadro seguente sintetizza i principali numeri del mercato:
| Anno | Domanda stimata (miliardi €) | Crescita annua |
|---|---|---|
| 2023 | ≈ 3 | +6,5 % |
| 2024 | > 3,1 | +6,3 % |
| 2025 | 3,4 – 4,0 | +6,5 % / +11,2 % |
La discrepanza tra la stima di 3,4 miliardi e i 4 miliardi rilevati da UNICMI dipende dalla diversa perimetrazione del mercato: il primo dato si riferisce alle costruzioni metalliche per l’edilizia, mentre il secondo comprende anche componenti infrastrutturali e servizi correlati.
Struttura delle imprese e distribuzione geografica
Il comparto italiano della carpenteria metallica è costituito da migliaia di imprese di varie dimensioni. Secondo il registro delle aziende, nel 2024 sono attive oltre 11.000 aziende con codice ATECO 25.11 (“Fabbricazione di strutture metalliche e parti assemblate di strutture”). Il tessuto produttivo è frammentato: microimprese artigiane convivono con società di medie e grandi dimensioni.
Un campione di circa 90 aziende analizzato dall’Osservatorio UNICMI copre circa il 50 % del valore totale del mercato e registra un fatturato aggregato di oltre 1,8 miliardi di euro. In un’altra ricerca pubblicata sul portale di settore si evidenzia che le imprese campionate presentano un ROS medio del 4,4 % e un ROIC del 5,3 %, segno di una redditività in ripresa rispetto agli anni precedenti.
Gli operatori più piccoli si concentrano sulla carpenteria leggera e su lavorazioni artigianali. Le microimprese generano ricavi annuali compresi tra 80.000 e 250.000 euro, mentre le piccole imprese superano i 250.000 euro e arrivano a 500.000 euro. Le medie imprese, spesso impegnate in commesse pubbliche o industriali, possono superare il milione di euro di fatturato. Le realtà più strutturate – protagoniste delle grandi opere infrastrutturali – registrano fatturati multi-milionari e sono in grado di competere sui mercati internazionali.
Distribuzione geografica
La maggior parte delle carpenterie italiane si concentra nelle regioni del Nord: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Qui esistono tradizioni metalmeccaniche consolidate e un’alta densità di distretti industriali. Nel Centro Italia emergono poli a vocazione tecnico‑produttiva, mentre al Sud si registra una presenza più diffusa di microimprese che operano su commesse locali. Queste differenze geografiche si riflettono anche sui livelli retributivi: un operaio specializzato nel Nord può percepire il 15‑20 % in più rispetto a un omologo del Sud.
Driver di crescita: investimenti pubblici e domanda privata
Impatto degli investimenti pubblici
Il rilancio del settore è fortemente legato agli investimenti pubblici. Il PNRR finanzia opere per ponti, viadotti, stazioni ferroviarie, edilizia sanitaria e scolastica. Nel 2025 l’infrastruttura assorbe oltre 2,3 miliardi di euro. Progetti come il ponte San Giorgio di Genova dimostrano come la rapidità di esecuzione e la precisione delle carpenterie metalliche italiane siano cruciali per rispettare scadenze e requisiti di sicurezza.
Le previsioni per il 2026 indicano una leggera normalizzazione della crescita, ma si mantiene una prospettiva positiva grazie ai lavori connessi alle Olimpiadi invernali di Milano‑Cortina e ad altre opere programmate. Secondo il presidente UNICMI, gli investimenti pubblici rappresentano la principale leva che consente alle carpenterie di mantenere margini elevati e avviare nuovi investimenti.
Domanda privata e terziario avanzato
Accanto al motore pubblico, il comparto beneficia della vivacità del mercato privato. Molte imprese investono in centri logistici, stabilimenti industriali e sedi direzionali che richiedono strutture metalliche leggere e pesanti. Nel 2024 i cantieri non residenziali generano oltre 1,2 miliardi di euro di domanda, con particolare dinamismo nel segmento del terziario avanzato. Le aziende che operano nella carpenteria pesante ottengono commesse per capannoni industriali e infrastrutture logistiche, mentre quelle specializzate nella carpenteria leggera forniscono scale, parapetti, facciate continue e infissi personalizzati.
Il ruolo dell’export è altrettanto strategico. L’Italia vanta imprese come Manni Sipre e Cimolai che competono su scala internazionale. La capacità di realizzare progetti complessi e personalizzati consente alle carpenterie nazionali di esportare strutture in acciaio e know‑how verso mercati esteri, aggiungendo ulteriore slancio al settore.
Innovazione tecnologica e tendenze
La trasformazione digitale incide in modo significativo sul settore. Sempre più aziende adottano software BIM (Building Information Modeling) e sistemi automatizzati di taglio, piegatura e saldatura. Questi strumenti aumentano l’efficienza produttiva, riducono gli errori di progettazione e consentono una migliore integrazione con i processi di cantiere. La digitalizzazione si traduce in maggiore competitività e in un’accelerazione dei tempi di consegna.
L’adozione di tecnologie per la robotica e per il controllo numerico rende possibile la produzione di strutture su misura con tolleranze minime e riduce l’incidenza dei costi di manodopera. Molte carpenterie investono anche in impianti di verniciatura a basso impatto ambientale e in sistemi di recupero degli sfridi di acciaio. Queste scelte rispondono alle esigenze di sostenibilità e riducono l’impronta ambientale dell’intero ciclo produttivo.
Sostenibilità e materiali innovativi
L’attenzione alla sostenibilità costituisce un altro trend determinante. L’adozione di acciai ad alta resistenza (HSLA), leghe leggere di alluminio e materiali riciclati consente di ridurre i tempi e i costi di produzione, migliorando al tempo stesso la qualità dei prodotti finali. Soluzioni di questo tipo posizionano le imprese italiane in linea con le tendenze globali e ne aumentano la competitività.
La sostenibilità passa anche per la riduzione dei consumi energetici. Nel 2025 il costo dell’energia rappresenta la principale criticità per il 29,5 % delle aziende siderurgiche italiane. L’adozione di fonti rinnovabili, l’efficienza degli impianti e la gestione oculata delle materie prime diventano quindi fattori cruciali per contenere i costi e mantenere i margini.
Normative e certificazioni
La produzione di strutture metalliche è soggetta a requisiti stringenti. Tutti i componenti strutturali devono essere marcati CE e conformi alla norma EN 1090. Questo standard stabilisce le procedure per il controllo della qualità della saldatura, della tracciabilità dei materiali e della conformità delle strutture. Le aziende che operano nel settore devono inoltre adottare sistemi di gestione della qualità certificati, sottoporsi a verifiche periodiche e garantire la formazione di saldatori qualificati.
Le certificazioni non sono solo un obbligo legislativo, ma rappresentano anche un elemento di competitività. Le carpenterie che possiedono la certificazione EXC4, ad esempio, sono autorizzate a realizzare strutture soggette a carichi estremi, come ponti o impianti industriali complessi. Il rispetto delle normative europee ha contribuito a professionalizzare il settore e a innalzare gli standard qualitativi.
Sicurezza e formazione
Un’altra sfida riguarda la carenza di manodopera specializzata e la necessità di formare nuove figure professionali. Il 66 % delle imprese nel 2023 segnala difficoltà nel reperire personale qualificato. La risposta del settore consiste in programmi di formazione dedicati, nella collaborazione con scuole tecniche e nel ricorso all’automazione per sopperire alle figure mancanti. Inoltre, l’attenzione alla sicurezza sul lavoro rimane prioritaria: i processi di saldatura, taglio e montaggio richiedono dispositivi di protezione, procedure standard e continui aggiornamenti normativi.
Redditività e indicatori finanziari
Le performance finanziarie delle carpenterie metalliche sono in miglioramento. L’Osservatorio UNICMI rileva che nel 2025 l’EBIT margin supera il 6 % e il ROIC raggiunge il 9 %, livelli più alti degli ultimi sette anni. Nel campione di 90 imprese analizzate, il margine operativo lordo (ROS) medio nel 2023 è del 4,4 % con un ROIC del 5,3 %. Questi indicatori, pur variando a seconda delle dimensioni e delle lavorazioni, riflettono una redditività in ripresa dopo la crisi pandemica.
Dal punto di vista microeconomico, una carpenteria di piccole dimensioni può ottenere un margine lordo tra il 25 % e il 35 %. Il margine operativo (EBITDA) si attesta tra il 10 % e il 18 %, mentre l’utile netto oscilla tra il 5 % e il 10 % del fatturato. Le imprese che puntano su lavorazioni personalizzate ad alto valore aggiunto possono raggiungere margini superiori alla media.
I costi di produzione incidono in modo decisivo sulla redditività. Le materie prime – acciaio, ferro, alluminio – rappresentano dal 35 % al 50 % dei costi totali; il personale incide per il 20 – 30 %; energia, manutenzione e ammortamenti completano la struttura dei costi. Contenere gli sprechi, negoziare condizioni favorevoli per l’acquisto di acciaio e investire in macchinari automatizzati sono strategie fondamentali per migliorare i margini.
Ricavi e categorie d’impresa
Le microimprese orientate alla carpenteria leggera generano ricavi annuali tra 80.000 e 250.000 euro, con un punto di pareggio raggiungibile già a 100.000 – 120.000 euro. Le piccole imprese superano i 250.000 euro e possono arrivare a 500.000 euro. Le medie imprese, attive su commesse pubbliche, superano il milione di euro e raggiungono il pareggio con ricavi annui tra 1,8 e 2,2 milioni. L’articolazione dell’offerta – dal taglio laser alla posa in opera – influisce direttamente sul volume d’affari e sui margini.
Indicatori retributivi
Per quanto riguarda il lavoro dipendente, le retribuzioni riflettono la specializzazione e la zona geografica. Secondo i dati 2025, un operaio junior con contratto metalmeccanico artigianato percepisce uno stipendio lordo annuo tra 22.000 e 28.000 euro. Un operaio specializzato con 5‑10 anni di esperienza nel comparto industria raggiunge 30.000 – 38.000 euro, mentre figure con responsabilità arrivano a 40.000 – 50.000 euro. Questi valori tendono a essere più elevati nel Nord Italia, dove la domanda di manodopera è maggiore.
Opportunità e sfide
Nonostante la fase espansiva, il settore affronta criticità. Nel 2025 il 53 % delle aziende siderurgiche prevede un calo del fatturato e il 47 % prospetta una riduzione dell’EBITDA. Il costo dell’energia è considerato il principale fattore negativo dal 29,5 % delle imprese. Altri fattori critici includono il ridotto valore aggiunto dei prodotti (19,3 %) e il costo delle materie prime (17,5 %). Le politiche ambientali dell’Unione Europea, la perdita di competitività e la concorrenza sleale sono percepite come ostacoli strategici.
La dipendenza dalle importazioni di acciaio da Germania e Romania espone le imprese italiane a fluttuazioni dei prezzi e a rischi di approvvigionamento. Inoltre, la pressione sui prezzi alla produzione, diminuiti del 5,3 % tra il 2023 e il 2024, può ridurre i margini per le aziende più piccole. La carenza di manodopera qualificata, segnalata dal 66 % delle imprese, rappresenta un’altra sfida importante.
Opportunità di crescita
Le opportunità per il settore restano numerose. L’export, in continua crescita, costituisce una risorsa per le imprese che desiderano ampliare il proprio raggio d’azione. I progetti infrastrutturali previsti dal PNRR e le iniziative europee legate alla sostenibilità offrono una chance unica per consolidare la leadership del comparto. La crescente domanda di soluzioni personalizzate e di alta qualità valorizza la capacità delle aziende italiane di realizzare progetti su misura. Infine, investire in formazione e nel reclutamento di giovani talenti può contribuire a superare la carenza di manodopera.
Prospettive per il biennio 2025‑2026
Le previsioni dell’UNICMI indicano che, dopo il rimbalzo del biennio 2024‑2025, la crescita potrebbe normalizzarsi pur restando positiva. L’auspicata stabilizzazione dei prezzi dell’acciaio contribuirà a una maggiore prevedibilità dei costi di produzione. Nel 2026 si attende un aumento della domanda alimentata soprattutto dalle infrastrutture, con un tasso di crescita del 9,5 %. La fiducia delle imprese cresce: il 54 % prevede un miglioramento dell’EBITDA nel 2026, mentre il 34 % si attende stabilità e solo il 13 % una contrazione.
In questo contesto, molte aziende stanno reinvestendo gli utili per ampliare la capacità produttiva e migliorare la competitività. La diversificazione nei mercati esteri e l’adozione di soluzioni a basso impatto ambientale si confermano strategie vincenti. Inoltre, la collaborazione in rete tra imprese permette di accedere a commesse di maggiori dimensioni e di ottimizzare l’acquisto delle materie prime.
In sintesi
Il settore della carpenteria metallica in Italia attraversa una fase di espansione sostenuta e si conferma strategico per la modernizzazione del Paese. Le statistiche mostrano volumi in crescita, margini in ripresa e opportunità legate a investimenti pubblici e innovazione tecnologica. Allo stesso tempo, l’attenzione alla sostenibilità e la gestione dei costi diventano determinanti per mantenere la competitività.
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Fonti
Le informazioni riportate in questa pagina derivano da rapporti e articoli specialistici, fra cui il rapporto 2025 di UNICMI, l’analisi sul settore carpentieristico italiano pubblicata su MonrealePress, l’indagine di REGISTROAZIENDE.it, lo studio di Fin Fer sul mercato siderurgico e approfondimenti economici su marginalità e costi nel comparto. Ulteriori dati sono tratti da comunicati stampa e osservatori statistici consultati nel mese di novembre 2025.






